La cultura è vita. Con essa noi impariamo, cresciamo, nutriamo la mente per poter fortificare le nostre conoscenze ma anche per poterne creare di nuove. L’arte è cultura, fa parte della nostra società, radicata nelle nostre vite ci aiuta a cogliere sotto varie forme importanti aspetti della nostra esistenza, a viverla immersi nella libertà di ogni giorno. Libertà perché essa ci permette anche di essere appunto liberi, consentendo ai nostri cuori di avvicinarsi empaticamente al cuore di un artista, che tramite l’arte è riuscito ad esprimere lati di sé che non è facile spiegare a parole semplici, di avvicinarsi ad una sua opera che ispira emozioni ben precise, bisbigliate attraverso una poesia, un quadro, un romanzo… oppure concedendoci di esternare quanto di più bello conserviamo con cura negli angoli più segreti del nostro animo, di palesare nella più affascinante forma possibile i nostri desideri, paure, sogni….
La diffusione dell’arte poetica in particolare e l’incentivazione alla produzione artistica rappresenta un importante obiettivo dell’Associazione Caput Gauri di Codigoro. L’Associazione culturale a carattere volontario ogni anno, dal 1997 ad oggi, organizza un concorso di poesie in cui possono gareggiare sia poeti editi che studenti delle scuole medie e superiori della provincia di Ferrara e delle Università del territorio nazionale. Al termine del concorso i tre finalisti della sezione di poesia edita e i tre vincitori per ciascuna delle scuole che hanno partecipato verranno premiati alla cerimonia di premiazione organizzata in grande stile dall’Associazione, a cui, quest’anno, il 9 ottobre 2021, ho avuto la fortuna di partecipare anche io.
Un piccolo teatro curato nei minimi dettagli ha ospitato i partecipanti al concorso della XXXVII^ Edizione del Premio Nazionale di poesia “Caput Gauri”, la giuria popolare che poi avrebbe decretato i vincitori del primo, secondo e terzo premio tra i finalisti della sezione “Poesia Edita”, gli attori del gruppo Gad Amici del Teatro di Codigoro. L’ospite d’onore era l’architetto Carla di Francesco, presidente del FAI Emilia-Romagna e del CdA della Fondazione Toscanini, e attualmente impegnata nel volontariato culturale, la quale, con il suo discorso ha sottolineato l’importanza estrema che noi in quanto cittadini di una comunità dobbiamo dare al benessere comune della società in cui viviamo, fatta anche di panorami architettonici che rappresentano a loro modo la nostra cultura e la nostra identità, e l’importanza del rispetto che dobbiamo loro, la cura che siamo dovuti a restituire a questo meraviglioso patrimonio culturale fatto anche di infrastrutture che narrano la nostra storia di popolo italiano. Era presente anche il sindaco di Codigoro, Alice Zanardi, che ha contribuito ad introdurre la cerimonia tramite un affascinate elogio alla poesia come mezzo di trasmissione artistica il più poliedrico possibile, in grado di mettere in luce la natura del poeta che tenta di comunicare con il mondo.
L’emozione provata nell’assistere alla presentazione e alla lettura di ciascuna delle poesie in gara è stata indescrivibile. Le bellissime poesie della sezione “Poeti Editi” sono state lette insieme agli attori del Gad, in un melodico incrocio di voci che si sono alternate per dare espressione alle emozioni che si celavano in quei versi così toccanti. La vincitrice del concorso è stata Carla Baroni con la sua raccolta di poesie “La città dolente”, da cui passione, estrema sensibilità e una melodia metrica che avvolgeva ogni suo verso fino a renderlo musica sono emersi in modo così lampante da catturare i cuori della giuria popolare. Altrettanto bellissime sono state le poesie del secondo premio, Alessandro Fo, docente di letteratura latina e figlio d’arte, nipote di Dario Fo, dalla raccolta “Filo spinato”, in cui viene affrontato il tema della memoria in generale ma soprattutto della memoria in una contemporaneità in cui noi tutti siamo soggetti a subire l’inevitabile azione del tempo che ci trasforma, che modifica costantemente ogni aspetto delle nostre vite. Fo mette in evidenza uno dei molteplici ruoli della poesia che potrebbe essere anche quello di “frugare nelle micro-storie degli altri salvando degli istanti che magari andrebbero perduti […] consegnandoli alla memoria altrui, ad una memoria d’arte”, come dice il poeta. Fo ha spiegato il tema del “filo spinato” nelle sue poesie, un tema che mira a rievocare la triste memoria dei campi di concentramento, di un passato che ha lasciato tracce indelebili nella nostra storia collettiva, emergono quindi nelle sue poesie le orme impresse a vita nella pelle di una collettività la cui Memoria non dovrà mai abbandonarci. Il terzo premio è andato alla poetessa Daniela Pericone con la raccolta di poesie “La dimora insonne”. Durante la sua intervista emerge il tema della “necessità della parola scritta”, un tema che, come dice l’intervistatrice, la dott.ssa Anna Maria Quarzi – presidente della Giuria Tecnica della sezione Poesia Edita – “in un presente televisivo” racchiude, secondo la poetessa “concisione e ritmo contemporaneamente. Nella poesia si possono racchiudere tantissimi significati concentrati […]” e come aggiunge l’intervistatrice “con un significato concentrato…riusciamo a dare tanto attraverso una parola”: nulla di più vero, queste parole testimoniano la concretezza effettiva del potere dell’Arte poetica, del potere di un testo scritto che in forma d’arte riesce a trasmettere un qualcosa di significativo, per chi lo ha scritto e per chi lo legge “[…] a libera interpretazione, a seconda della propria esperienza personale […] si stabilisce un contatto, una serie di stimoli, un arricchimento reciproco”, come dice Pericone. Profonde le parole della poetessa, che spiega il titolo della propria raccolta: “Dimora”, che “rappresenta il concetto di casa… nulla può esprimerci come il nostro concetto di casa”- la casa quindi che potrebbe essere interpretata come la nostra più intima verità, il nostro vero essere, il solo che può esprimere la nostra reale identità, e “Insonne” perché “la casa” – la nostra intimità – “ha la necessità di essere sempre preservata con cura attenta e vigile […] ma sempre aperta verso il mondo”, spiega la poetessa.
Le poesie degli studenti vincitori sono state altrettanto emozionanti. Gli studenti hanno messo in versi sentimenti, ricordi, impressioni fuggenti, l’intimità di un mondo totalmente soggettivo e personale visto con gli occhi di noi ragazzi. È bello vedere come noi giovani, così “inesperti”, così all’inizio della nostra vita, siamo in grado invece di provare emozioni così forti, così profonde da spingerci a incidere su carta il fluire fugace di tutto ciò che proviamo e viviamo. Le loro poesie sono state lette e interpretate dagli alunni della scuola secondaria di primo grado e del Polo scolastico di Codigoro coordinati dagli attori del Gad Amici del Teatro.
È stata una grande fortuna aver avuto la possibilità di partecipare ad un evento simile, che, curato nei minimi dettagli, offre ogni anno all’Arte poetica il diritto di rivendicare la propria importanza nel mondo, il suo posto nella vita dell’essere umano che ha bisogno di ricercare nell’Altro i propri stessi sentimenti e stati d’animo e che può spesso ritrovare espressi nei versi di una poesia.
L’Associazione Caput Gauri non solo ha dato voce ai poeti ma anche ai giovani, dagli adolescenti agli universitari, i quali, tramite la possibilità di partecipare al concorso hanno potuto condividere la proprie poesie, e quindi i propri pensieri, ricordi, emozioni, venendo quindi invogliati ad avvicinarsi sempre più alla cultura poetica, all’arte in quanto mezzo di trasmissione di un “Qualcosa” che magari un giorno, se si ha fortuna, potrà essere ricordato, alla speranza che i propri sogni in qualche modo potranno essere ascoltati, all’importanza della Poesia come contenuto di desideri che meritano di essere notati, percepiti come emozioni in versi che tramite l’arte hanno acquisito la particolarità di una bellezza rara quanto raffinata, una bellezza che a parole semplici non avrebbe mai potuto ottenere lo stesso impatto. È meraviglioso che quest’Associazione, tramite questo concorso, voglia mettere in evidenza la nostra capacità di creare a nostro modo, nel nostro piccolo, la nostra Arte, e che ci riconosca, nella nostra ancora poca esperienza, il diritto di esternarla al mondo.
Concludo con le parole del poeta Alessandro Fo in quel meraviglioso pomeriggio di pura magia artistica: “ Bisognerebbe allineare l’oggi alla poesia e non cercare uno spazio per la poesia in un oggi così aspro”, parole semplicemente meravigliose dalle quali emerge tutta l’importanza di diffondere la poesia al giorno d’oggi, una Poesia che, in una società in cui i dolori, le gioie, i rimpianti, i ricordi melanconici di una vita ricolma di difficoltà, ha il potere di alleviare a suo modo il peso di un’esistenza in questi tempi duri, imprevedibili, che mettono alla prova ogni giorno l’essere umano.
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Giusy de Nittis
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