Come funzionava l’economia al tempo degli Este? L’amministrazione finanziaria era diretta dai fattori generali; la ragioneria, cioè la parte tecnica, era gestita da consultore, sindaco, notaio, mastri de’ conti, esattore e tesoriere. Per tutti c’era l’obbligo di giurare davanti al principe di attendere con ogni cura ai propri uffici e usare ogni diligenza per concorrere direttamente o indirettamente a conservare e accrescere giustamente e ragionevolmente le entrate dello Stato.
Il duca sceglieva i fattori generali che a loro volta eleggevano gli altri funzionari.
I fattori generali erano due: uno sopraintendeva alle entrate e alle spese della città capitale, l’altro a quelle delle comunità dipendenti. Il primo era in diretta relazione con i conduttori delle gabelle, gli appaltatori e i concessionari di privative fiscali. Il secondo entrava in rapporto con i massari, i camerlenghi, i capitani e i podestà. I fattori generali sorvegliavano gli ufficiali dipendenti ed in caso di scorrettezze li punivano.
Il consultore deliberava coi fattori intorno ai conflitti nella riscossione delle entrate o effettuazione di certe spese. Esaminava i contratti perché fossero chiari e incontestabili; rivedeva le minute del notaio per i mastri de’ conti.
Il sindaco faceva le istruzioni delle liti sorte rispetto ai pagamenti delle imposte in modo che i fattori e il consultore potessero risolverle in modo giusto.
Il notaio della camera rogava i contratti camerali; godeva di garanzie d’indipendenza rispetto ai fattori e al principe per poter adempiere scrupolosamente al suo compito.
I mastri de’ conti registravano i contratti dopo la revisione del consultore. A loro spettava la parte tecnica dell’amministrazione, tenere a conto doppio le scritture di tutte le entrate e tutte le uscite.
L’esattore riscuoteva le somme dovute alla camera ducale per i fondi tenuti in affitto, feudo o livello. Alla fine di ogni settimana consegnava il denaro al tesoriere, entro un anno doveva ordinare i libri per fare il saldo coi maestri dei conti.
Il tesoriere effettuava i pagamenti ordinati dalla camera ducale con le note dei maestri dei conti. Dava mensilmente ai fattori la lista dei danari restanti o mancanti.
L’ordinamento contabile amministrativo di Ferrara era reso ancora più perfetto dall’obbligo imposto ai maestri dei conti e ai rasonieri di alternarsi ogni tre anni per rendere il lavoro meno monotono e duro ed anche perché potessero rendersi conto dell’intera amministrazione.
Agnese Ieva
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